ANNO FUNGAIO , ANNO BECCACCIAIO …….o no ?

……………..e la Scienza che dice ?

 

di Enrico Cavina  

 

 

Di certo in questo “detto” “Anno fungaio , anno beccacciaio “ - più o meno dialettalmente comune in tutte le Regioni d’Italia – ci sono implicazioni propriamente scientifiche che riguardano la climatologia , l’ecologia , la biologia animale e vegetale , la fisiologia , la mineralogia , la micologia , l’orografia ed idrologia , la gestione del territorio , la fenologia , e l’evoluzione e/o variazione genetica e comportamentale della beccaccia .

 

I fenomeni che si accompagnano all’osservazione e studio propri di questi settori scientifici , in fondo in fondo quasi si riassumono tutti in questo “detto” “anno fungaio , anno beccacciaio “.

Cioè : se le condizioni –tutte – del terreno danno abbondanza di funghi , vuol dire che le stesse condizioni , più o meno temporanee o permanenti , permetteranno abbondanza di cibo per le beccacce . Quelle che migrano già belle grasse ( hanno “benzina” abbondante ) , quelle che volano subito ai luoghi di svernamento più lontani , quelle che si fermano più o meno a lungo nei luoghi di sosta migratoria ( stop-over ) , quelle che migrano su distanze brevi o medio-brevi oppure sono stanziali o quasi .

La “terra” quindi : adatta ai funghi , ai vermi , alle beccacce .

Per questi strati di terreno di vita ci sono comunque –grandi,piccoli,microscopici- tanti fenomeni complessi , molto complessi , che si realizzano come “echi “ e come tali creano condizioni favorevoli o sfavorevoli alla vita e – nel nostro caso – alla vita della beccaccia . E tutto va visto nei termini di biodiversità ( minerale,vegetale,animale) quale è necessaria , per la beccaccia , nei luoghi di riproduzione e di svernamento e nei luoghi di sosta durante la migrazione .

Terra , ciccia , vita , riproduzione !

E su questi elementi biologici aleggia il “ Clima “ nella sua complessità evolutiva nel bene e nel male così come è sempre stato nei milioni di anni delle “Ere” passate .

 

Quasi tutti i cacciatori di beccacce ,ogni anno ed ancor più in questi ultimi anni,si domandano se la diminuzione delle beccacce cacciabili – almeno così è nel nostro Paese – è conseguente ad un epocale cambiamento del clima nel nostro emisfero : ciò a prescindere dalle contingenti condizioni meteorologiche e ambientali stagionali che possono ridurre o sviare il transito ( meno lo svernamento) , o creare imprevedibili concentrazioni nelle varie latitudini della Penisola , anche in dipendenza delle singole orografie territoriali e relativi eco-sistemi influenzanti la biodiversità dei territori stessi . La climatologia è diversa dalla meteorologia , pur queste discipline integrandosi vicendevolmente .

Prima di tutto dobbiamo chiederci se siamo davvero in presenza di un cambiamento climatico dell’emisfero o quanto meno di una fase ( temporanea o definitiva) del medesimo : risposte certe non ci sono , come dimostrano i dubbi e le contraddizioni che emergono dalle Conferenze Internazionali , ma alcune evidenze colpiscono oggi il nostro immaginifico . Dobbiamo comunque ricordarci che l’orologio della natura scandisce secoli e millenni , mentre noi siamo abituati al nostro orologio che scandisce minuti e ore e qualche anno.

Ricordiamo che la correlazione “ clima/vita della beccaccia” si focalizza essenzialmente su “disponibilità del cibo” , e questo essenziale elemento di vita passa a sua volta attraverso periodo di accoppiamento e riproduzione,periodo di migrazione (andata e ritorno , stop-over) , periodo di svernamento ; ed ognuno di questi periodi è soggetto a condizioni climatiche generali e/o contingenti . Alla base di tutto ci sono però c.d. “proprietà o caratteri ereditari”(caratteri genetici frutto di un’evoluzione epocale multi-multi-millenaria) e le intrinseche capacità corporee e fisiologiche di reagire ( ormoni e metabolismo) alla esposizione stagionale della luce solare ( le beccacce sono uccelli foto sensitivi).

 

Per approfondire gli elementi in oggetto –certamente molto complessi nelle loro intrinseche correlazioni in buona parte tutt’oggi sconosciute – abbiamo a disposizione diversi lavori scientifici.

Vediamo di orientarci : la nostra Terra , o meglio il nostro Emisfero , per quanto riguarda noi e la beccaccia , attraversano una fase di riscaldamento progressivo delle Calotte Polari e degli Oceani e da ciò derivano “oscillazioni” della Pressione Atmosferica del Nord Atlantico ( North Atlantic Oscillation NAO ) , oscillazioni legate al prevalere o meno del c.d. “Ciclone dell’Islanda” e dell’ “Anticiclone delle Azzorre” , ed in mezzo l’inserirsi sempre più costante da Sud a Nord della “Bolla Africana” e d’inverno dell’ “Anticiclone Siberiano” che quando cede porta all’irruzione dell’aria Artica .

Da queste contrastanti fasi di pressioni atmosferiche è derivato un indice NAO che se positivo determina tempo buono prolungato anche dopo il cosiddetto periodo autunnale ,se l'indice è negativo l'anticiclone si ritira e  le perturbazioni arrivano regolarmente da ovest per autunni ed inverni normali.

 clima

A partire dagli anni ‘80 la NAO positiva ha preso il sopravvento ed il pianeta e' più caldo : la cosiddetta tropicalizzazione e ' caratterizzata da aridità e fenomeni meteorologici brevi e violenti e si evidenzia come anomalia costante nell'area mediterranea ed europea.

Un’ottima esemplificazione di come si muovono le masse d’aria in Europa si può trovare su questo sito : http://www.publishyourarticles.org/knowledge-hub/articles/brief-notes-on-air-masses-of-europe.html

La piovosità è quindi anormale ,scarsa o violenta e concentrata, e spesso inquinata come acida ed ovviamente negli stessi termini di anormalità incide sulla condizione fisico chimica del terreno e sulla vita vegetale ed animale del terreno stesso e globalmente sull'ecologia di tutto l'ambiente cioe' l'habitat nel suo insieme. Per quanto ci riguarda ,e soprattutto interessa la beccaccia ,questa fenomenologia molto complessa negli "echi" chimici e biologici si riflette sull'abbondanza o meno di vermi e invertebrati ,definiti anche ingegneri del suolo, i quali a loro volta innescano fenomeni che incidono sul clima ,e nel suolo si creano anche le condizioni più favorevoli per i funghi e per quant'altro si sviluppa in termini anche parassitari e microbici su piante ed animali.

Nella condizione climatica va inclusa la condizione di vita della vegetazione e dell’aria stessa , includendo in quest’ultima gli stessi insetti e la loro importanza per la vita delle piante .

 

Molti studi si sono sviluppati in dettagliate analisi scientifiche sugli effetti del cambiamento climatico ( dagli anni ’80 in poi ) sugli uccelli migratori ( Raino K.,2008 ).

Dopo inverni con NAO positiva i voli migratori primaverili si sono via via anticipati , con relative implicazioni di maturazione sessuale , muta delle penne , tempistica della nidificazione e crescita della prole . Già nel 2003 uno studio Scandinavo ( Huppop O. e K.) evidenziava l’evoluzione di questa anticipazione correlata all’indice NAO , misurata tra 0,05 e o,28 giorni per anno negli ultimi 40 anni , ed in questo studio erano inseriti i dati relativi a 646 beccacce a prevalente nidificazione Scandinava .

Numerosi altri Lavori ( Climate Research vol.35-2007 ) confermano queste relazioni tra NAO e tempistica migratoria ( vedi anche www.labeccacciascientifica.it Aggiornamento 01.03.2011 ) .Un Lavoro certamente esaustivo ( Gordo O. 2007 ) sviluppa in un’analisi molto dettagliata il rapporto tra variazione della tempistica migratoria e meteorologia-climatologia considerando molto oculatamente anche la velocità della progressione migratoria , la frequenza e durata delle soste ( stop-over ) oltre che degli arrivi e partenza dalle aree di nidificazione e di svernamento : arrivano prima in primavera , partono più tardi in autunno. Ma per quanto riguarda le migrazioni autunnali questo ritardo interessa solo gli uccelli a migrazione corta , cioè quelli che non volano oltre il Sahara , così come è stato evidenziato da uno studio Svizzero ( Jemi e Keri 2003 ) su 65 specie e ben 344.496 catture di uccelli in un periodo di ben 42 anni .

Molto recentemente ( 2010 ) è andata sviluppandosi una sub-disciplina di Ricerca definita “ Biologia integrata e comparata “ ed in una specifica Rivista ( Integrative and Comparative Biology vol.50-sett.2010 ) è riportato un ampio ed esaustivo Simposio dedicato alle “Grandi sfide della biologia delle Migrazioni “ con l’esame delle metodologie utili appunto ad integrare le conoscenze multidisciplinari specifiche . In dettaglio ( Baranes e al. 2010 ) si esamina l’integrazione tra Meteorologia e ricerca sulle migrazioni : accurata correlazione tra variazioni della Pressione Atmosferica , variazioni della Temperatura al suolo ed in quota , venti , piovosità , e decisione di migrare , fermarsi e/o progredire .

L’empirismo – anche anedottico – di molti cacciatori tende in effetti a testimoniare che molti uccelli migratori , beccaccia in primis , riescono a prevedere queste variazioni , modulando   - per quanto possibile – il proprio volo migratorio sulla base delle condizioni più favorevoli ,ed elemento primo fra tutti il “vento di coda”.

Comunque bisogna dire che tutti i più qualificati Ricercatori Ornitologi richiamano l’attenzione sulla necessità di più approfondite ricerche circa il “remoting sense” ed il senso previsionale “barometrico” ( Catchpoole D. 2010 ) .

E’ molto intrigante pensare che – al di là dell’individualità decisionale di una specie o di una singola popolazione territoriale ( Van Loon e al. 2011 ) gli uccelli migratori o alcuni di essi od uno solo con più forte istinto migratorio , hanno capacità di “sentire” anche molto in anticipo pur da lontano ( “remoting”) quali condizioni troveranno nei territori sulla loro via migratoria e nei loro siti finali ( di nidificazione , di svernamento ). L’interrogativo è se gli uccelli – beccacce incluse – sono in condizione di pianificare i tempi di sosta e di arrivo nei territori che “ prevedono “ siano già preparati o no ad offrire il cibo a loro necessario , ovvero “benzina” per svernare ; e poi essere preparati a tornar su a procreare , possibilmente al meglio delle condizioni fisiche necessarie per la riproduzione .

Vorremmo scherzosamente dire che per quanto riguarda le nostre beccacce non ci sembra che al momento sia attiva una linea telefonica che dai nostri “fungaroli” ( spesso anche beccacciai ) permetta di avvisare le beccacce che le condizioni del terreno sono buone e quindi possono venir giù …!

Nel caso specifico dei nostri territori peninsulari di transito ( stop-over ) nonché di svernamento - anche al fine di preservare , favorire , ricostruire la necessaria biodiversità di territorio ( …. dove sono gli ATC ?? ) – esiste la necessità di promuovere Ricerche , così come si sviluppano altrove anche con grande impegno rigidamente scientifico , per comprendere la fenomenologia della “sosta migratoria”. Qualcuno ci prova anche da noi ( vedi Progetto ISPRA 2011 ) …ma poi ?

Per ora dobbiamo per forza accontentarci di prevedere e commentare la “nostra stagione beccacciaia” con il solito “ Anno fungaio , anno beccacciaio “ .