La BECCACCIA e la PRESSIONE ATMOSFERICA 

Enrico Cavina  

 
 

Dice….. < …ma non lo sai ? Lo sanno tutti i cacciatori bravi che le migrazioni più intense arrivano con il cattivo tempo e le “basse pressioni “ atmosferiche ! >. Ebbene no ! Non è proprio così ….almeno non del tutto !Indagando a curiosare tra le cause o meglio i “fattori causali” o ancora meglio i “fattori abiotici “ ( non legati alla biologia strettamente tale quanto piuttosto alle condizioni ambientali ) , insomma i fattori che inducono alle migrazioni , abbiamo evidenziato alcune correlazioni - vorremmo dire quasi inequivocabili – tra variazioni della Pressione Atmosferica ( PA) ed involo/decollo ( per lo più di massa ) ad iniziare o proseguire la migrazione vera da aree di nidificazione e da aree di sosta .L’occasione di questa indagine “retroattiva” ci è stata data dalla disponibilità sul Web di reali dati numerici documentati ed archiviati per oltre 40 milioni di Colombacci ( Columba palumbus ) per oltre 15 anni di migrazioni autunnali , quali reperibili sui Websites di Osservatori Ornitologici e/o venatori in Scandinavia,Coste Baltiche del Mar del Nord, Francia ( Pirenei ) ed Italia ( Club Italiano del Colombaccio ) .

I risultati di questa nostra personale indagine ( a latere da consultare una Scheda di sintesi ) evidenziano con certezza statistica che tra tutti i fattori “abiotici” ( vedi Scheda) connessi al Meteo , quasi esclusivamente solo l’innalzamento della PA ( 48-12 h prima dell’involo e per lo più con uno sbalzo di oltre 10 hPa ) sembra costituire “il dito che preme il pulsante “ per involarsi a migrare .
Poi ovviamente ci sono tutti i “ fattori biotici” ( biologici ) che hanno gradualmente reso maturo per la migrazione l’uccello migratore .Comunque – avendo considerato e studiato nei dettagli il rapporto < intensità della migrazione / condizioni meteo > ( dati tratti da Archivi meteo ) , ci è apparso del tutto sorprendente il risultato: quasi sempre 48-36-24-12 h prima del decollo di un picco migratorio documentato ( abbiamo esaminato 112 picchi migratori ) si verifica un graduale (poche ore) o improvviso (pochissime ore) sbalzo in su della PA nell’area d’involo sia essa area di nidificazione o di sosta (stopover). Dato quindi questo rilievo di valore sicuramente statistico , abbiamo consultato tutto e di più di quanto offerto dalla Letteratura Scientifica.

Ed ancor più siamo rimasti sorpresi di come pochissimi o inesistenti o quanto meno non approfonditi siano i riferimenti al fatto che la PA s’innalza notevolmente prime degli involi di massa , ciò in termini di studi scientifici .Solo per citare alcuni studi ricordiamo i nomi di Kerlinger e Moore(1989),Gynracz e coll. (2003),Chambers e coll.(2013), tutti Autori che hanno approfondito con metodologia scientifica il rapporto “meteo/migrazione” , ma mai hanno evidenziato – tanto meno statisticamente – il rapporto “sbalzo PS / decollo di massa “ .

Ecco quindi perché siamo rimasti sorpresi dei risultati della nostra indagine retroattiva sulle migrazione Europea autunnale del Colombaccio. E’ ovvio – come ha ben sottolineato , anche lui sorpreso, Silvio Spanò ( comunicazione personale ) – che questo tipo d’indagine ha un suo valore per migratori diurni, visibili e conteggiabili.Tutto più difficile quindi se vogliamo considerare anche la Beccaccia in questa problematica interpretativa dei momenti migratori, anche perché è per lo più ,oltre che notturno, migratore solitario.

Eppure qualcosa si può fare perché dati ornitologici e/o venatori ( intensità degli incontri ) possono darci buone ed affidabili indicazioni sulle date nelle quali si è verificato un picco propriamente migratorio, non dovendosi comunque affatto considerare le c.d. “ discese” ( falling ) da gelo dalle aree di iniziale o consolidato svernamento .Ad esempio nei giorni 1 e 2 Novembre 2013 nell’area Russo-Baltica si è verificata una vera invasione di Beccacce di origine Finno-Scandinavo-Russa orientale : l’osservazione è stata segnalata dal Direttore dell’Osservatorio Ornitologico della Regione ( Kaliningrad).

Analizzando allora tutti i dati meteo del 30-31 Ottobre nelle aree di origine tutti i dati e grafici raccolti ( Weather History) evidenziano uno sbalzo in alto della PA tra 10-20 hPa.
I risultati di uno studio recente ( Birtsas P. e coll. 2013 ) indicano che vi è una significativa relazione tra la fenologia della Beccaccia ( compreso il "timing" dell'involo di partenza) e i diversi parametri meteo che indicano un certo grado di "stabilità atmosferica" quale garanzia di sicurezza per il volo migratorio.
L'incremento della Pressione Atmosferica nelle aree studiate incide in maniera determinante sul momento decisionale e la tempistica dell'involo migratorio.
Intanto alcuni dati importanti – accessibili sul Web – sono stati da noi rilevati nell’area dei Grandi Laghi ( Canada-USA) circa i picchi migratori del 2013 ( Ottobre-Novembre) monitorati sulla migrazione della Beccaccia Americana ( Scolopax minor con fenologia quasi sovrapponibile a Scolopax rusticola ) nidificante su un fronte Nord di circa 1500 Km.
Nella nostra analisi retroattiva sui grafici Weather History abbiamo correlato l’andamento della PA nelle aree di origine con 4 picchi migratori, ben definiti (http://www.ruffedgrousesociety.org/migration-map) sulle mappe aggiornate giorno per giorno e corrispondenti a 5-6/13-16 Ottobre e 4/11 Novembre 2013 : ebbene è chiarissimo come in tutti e quattro i picchi rilevati nelle regioni Grandi Laghi, nelle aree d’involo a nord ( lat.49°50’ N -long.97°08’W / lat.44°65 N – long. 63°57 W ) nelle 24-12 h prima dell’involo serale-notturno lo sbalzo in su della PA è stato sempre superiore a 10 hPa.

Spulciando poi la bibliografia sulla Scolopax minor abbiamo trovato un Lavoro vecchissimo ( Coon e coll. 1974 ) dove già allora ( 1973-74) era stata sudiata la migrazione di 14 Beccacce Americane “ radio-tagged” ( “collare” radio) : 13 su 14 beccacce si erano involate 2-3 ore dopo il tramonto per un percorso di 200-300Km a SSW ad una velocità di 36-45 Km/h.
Abbiamo potuto verificare le condizioni meteo 30 Nov. e 8 Dic . 1973 , 18 e 29 Nov. 1974 , ed in tutte e quattro le date d’involo e migrazione , la PA nelle 12-24 ore precedenti è sbalzata min. 10 hPa e max.30 hPa.

Se quindi anche per le Beccacce (ulteriori approfondimenti di studio saranno necessari con metodologia scientifica) come per i Colombacci , lo sbalzo della PA rappresenta “il dito che preme “, quale è “ il pulsante “?
L’anatomia non è un opinione e l’organo Para-Timpanico (PTO) di Vitali come supposto “barometro-altimetro biologico” dovrebbe essere il pulsante. Rimane tutto da discutere “ il perché ? “ la PA più alta induce al decollo migratorio.

Le ipotesi più valide vanno ricercate in :

assenza di turbolenze in quota , quando si instaura una PA solidamente alta;
aerodinamica del volo battente regolata dalle forze della PA sopra e sotto le ali ( Treccani.it – “ volo” )
migliori condizioni respiratorie ( supposta miglior perfusione tissutale dell’Ossigeno )
Il “migratore” – una volta reperito lo sbalzo PA dai sensori PTO dell’orecchio medio trasferendoli ai sensori (magneto-sensori) della migrazione nell’orecchio interno (Lagena ed apparato vestibolare) e poi a Cervello e Cervelletto – prende coscienza di poter affrontare il volo che l’istinto gli impone, ora subito ora in sicurezza con buone condizioni di PA alta.

E quindi parte, decolla! Più o meno, forse, è così.