Vitali Giovanni

(Pozzo [AR], 15 aprile 1876 - Pisa, 22 agosto 1963), docente di Anatomia umana normale.

 
Biografia: 

Il 22 agosto 1963 si spengeva in Pisa Giovanni Vitali. Nato a Pozzo in provincia di Arezzo il 15 aprile 1876, compì i primi studi a Foiano della Chiana e ad Arezzo e quelli universitari a Siena ove si laureò in Medicina e chirurgia nel 1902 con una brillantissima tesi sulla meningite tubercolare acuta. Attratto dagli studi morfologici entrò come prosettore nello Istituto anatomico di Siena indi assistente e poi aiuto sotto la guida di Stanislao Bianchi e di Rutilio Staderini dopo. Nel 1907 conseguì la libera docenza in Anatomia umana normale. Nel 1921, vincitore di un concorso, fu a Cagliari alla cattedra di Anatomia umana normale ove rimase fino al 1926, anno in cui venne a Pisa, chiamato a succedere alla cattedra di colui che giustamente è stato detto il padre spirituale degli anatomici italiani, a Guglielmo Romiti ed in questa città da lui profondamente amata diresse il glorioso Istituto per 23 anni fino al 1948, anno in cui divenne professore fuori ruolo, per raggiunti limiti di età. Con la morte di Giovanni Vitali l’anatomia ha perduto uno dei suoi più insigni maestri. In ogni campo della morfologia, dell’anatomia macroscopica all’istologia, dall’embriologia generale all’organogenesi ed alla fisiologia, Giovanni Vitali ha spaziato da vero dominatore scrivendo il suo nome, a caratteri d’oro, fra quelli dei grandi. Egli dimostra le sue particolari doti di ricercatore fino dalle prime indagini condotte sugli ossicini craniali accessori, sul plesso timpanico, sulla presenza – da lui dimostrata – di vasi sanguiferi nello strato di Malpighi nell’unghia umana, sulle ghiandole a gomitolo e loro equivalenti in questo organo e sulle espansioni nervose del derma sottoungueale dell’uomo e nel tessuto podofilloso e nella membrana cheratogena del cavallo. Con queste ricerche condotte con tecnica perfetta egli evidenzia e descrive in modo mirabile reperti nuovi di grande importanza. Con la sua memoria per la libera docenza, dal titolo «Anatomia e sviluppo della mandibola e dell’articolazione mandibolare» affrontando uno dei capitoli più controversi e difficili della craniogenesi, scopre, nell’articolazione quadrato-articolare in Tropidonotus natrix, un menisco interarticolare, reperto di somma importanza perché demolisce le teorie allora dominanti su tale complesso argomento.
Scopre nell’uomo un fascio fibro-muscolare alisfeno-mascellare e dimostra errata la descrizione dei Trattatisti dell’inserzione posteriore dei muscoli retti dell’occhio. Nel 1911, nell’orecchio medio degli Uccelli, Giovanni Vitali scopre un nuovo organo nervoso di senso: l’organo Vitali o organo paratimpanico. Tale scoperta è certamente la più grande e la più completa nel campo della morfologia, in questo secolo. Egli, infatti, esempio unico nella storia della ricerca, descrive in modo mirabile e completo prima lo sviluppo di questo nuovo organo che deriva dall’ispessimento ectodermico del margine dorsale della prima fessura branchiale, poi la struttura: genialmente ne intuisce la funzione in rapporto col volo, funzione che sperimentalmente dimostra. Studia poi il comportamento dell’organo paratimpanico in tutta la serie dei vertebrati – compiendo un lavoro veramente enorme, accurato, mirabile – e la sua fatica è premiata da nuovi reperti che vengono alla luce: negli anfibi e nei rettili non vi è traccia dell’organo, esso però si abbozza nei mammiferi per scomparire in tutti molto precocemente, tranne che in una specie di chirotteri nostrani, ottimi volatori, nei quali permane, nell’adulto. Con la sua prolusione tenuta in Pisa nel 1926, sulla morfologia funzionale e comparata degli organi del sistema della linea laterale, con una disamina acuta e profonda del complesso argomento dimostra a quale livello sia giunta la sua profonda dottrina e l’importanza del metodo embriologico comparato, nelle ricerche di morfologia. È qui a Pisa che descrive, nell’uomo, la costante presenza dei ganglietti nervosi sui rami orbitali del ganglio sfenopalatino, convalidando così fortemente l’ipotesi dell’importanza del muscolo del Müller nella patogenesi dell’esoftalmo nel morbo di Flaiani-Basedow ed infine, con un suo particolare metodo, dopo un decennio di ricerche condotte con una passione, con un entusiasmo ed una costanza solo a lui noti, dimostra e descrive mirabilmente nel miocardio specifico di Ovis una ricchissima rete di fibre nervose amieliniche che egli interpreta e concepisce come un grande apparato neuromuscolare di natura afferente che stimolato nelle fasi della rivoluzione cardiaca genera stimoli che concorrono alla regolazione dell’automatismo del cuore. Fu Giovanni Vitali un sommo ricercatore ma anche un grande maestro che profuse la sua dottrina agli allievi ed ai giovani studenti che in grande numero accorrevano sempre nel grande anfiteatro anatomico ad ascoltare le lezioni che egli sapeva rendere semplici, chiare, facili ed attraenti anche se trattavano dei più complessi e difficili problemi morfologici. Sdegnoso di cariche e di onori, esempio di modestia e di rettitudine, severo con se stesso ma generoso con gli altri, sprezzante di ogni compromesso, fu cittadino esemplare ed un valoroso combattente nella prima guerra mondiale. Circondato dall’affetto più profondo e dall’ammirazione dei colleghi, dei discepoli e di tutta la, popolazione, non volle mai lasciare Pisa, che amava come il suo paese natio, quivi trascorrendo anche gli ultimi anni, sempre prodigo di preziosi insegnamenti e consigli. La sua salma riposa in Siena nel cimitero della Misericordia insieme con quella della sua diletta consorte. Curzio MassartDa: Annuario dell’Università degli Studi di Pisa per l’anno accademico 1963-1964VEDI ANCHEhttps://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3905790/Ann Anat. Author manuscript; available in PMC 2014 Jan 29.Published in final edited form as:Ann Anat. 2013 Jan; 195(1): 5–10. Published online 2012 Aug 21. doi:  10.1016/j.aanat.2012.06.005PMCID: PMC3905790NIHMSID: NIHMS543414
Giovanni Vitali: Discoverer of the Paratympanic Organ
One-hundred years ago, the Italian anatomist Giovanni Vitali reported the discovery of the paratympanic organ, a sense organ in the middle ear of birds, in two issues of the Anatomischer Anzeiger (1911 , 1912). In this minireview, we summarize Vitali’s biography, and examine the scientific impact of his discovery of this sense organ. We also compile – for the first time – the entire bibliography of published papers on the paratympanic organ. Vitali described the ontogenetic development of this sense organ, examined its distribution among species, recognized its evolutionary relationship with the spiracular sense organ of fishes, and he developed the theory that it functions as a detector of changes in air pressure. He was the first to postulate that the paratympanic and spiracular sense organs were homologous organs that originate from homologous placodes – currently a hotly debated topic. His morphological work indicating the sensory nature of the PTO was validated by subsequent ultrastructural studies. Vitali’s discovery of the paratympanic organ prompted his nomination for the Nobel Prize in 1934. Nevertheless, the paratympanic organ and the presumed barometric sense of hundreds of billions of living birds have failed to receive the recognition they deserve. Conclusive evidence of the function of the paratympanic organ remains a formidable challenge in vertebrate sensory physiology.